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LA PSORIASI
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LA PSORIASI
Tra le patologie della pelle è senza dubbio molto diffusa e particolarmente insidiosa. Che cosa potrà mai insegnarci il drago alimentato dalla psoriasi?


LA PSORIASI

di Claudia Barzaghi - Naturopata


Tra le patologie della pelle la psoriasi è senza dubbio molto diffusa e particolarmente insidiosa. Interessa in egual misura sia gli uomini sia le donne e, sebbene dal punto di vista eziologico viene letta come un’affezione su predisposizione genetica che coinvolge il sistema immunitario passando per alcuni fattori ambientali (traumi fisici come ferite e contusioni; infezioni; alcuni farmaci come i betabloccanti, i FANS, il litio, l’interferone e gli antimalarici; etilismo; tabagismo; obesità; patologie in grado di alterare il metabolismo), numerose osservazioni hanno individuato l’origine psicosomatica della psoriasi, dimostrata anche dal fatto che circa il 39% dei pazienti è in grado di indicare uno specifico evento stressante, avvenuto nei trenta giorni precedenti l’esordio della malattia. 

La psoriasi è una malattia infiammatoria della pelle né infettiva né contagiosa, caratterizzata da chiazze arrossate e pruriginose, lievemente rilevate e ricoperte da squame biancastre pluristratificate, poco aderenti tra loro, che si possono rimuovere con una certa facilità. Anche se il disturbo può comparire in qualsiasi zona del corpo, in genere si localizza in corrispondenza dei gomiti, delle ginocchia, sul cuoio capelluto e la  parte lombare della schiena, oltre che ai palmi delle mani, alle piante dei piedi ed in regione genitale. 

La psoriasi ha un andamento cronico e recidivante ed è variabile nell'estensione dell'interessamento cutaneo: si va da soggetti affetti da un numero molto limitato di piccole chiazze fino a soggetti con il corpo quasi completamente coperto da lesioni. In qualche caso è accompagnata da artrite.

L’elemento caratteristico della psoriasi è l’accelerato turn over dello strato epidermico che, determinando un cospicuo aumento del numero delle cellule basali (i linfociti T si spostano dal derma all’epidermide dove scatenano un processo infiammatorio con secrezione di citochine che stimolano i cheratinociti a proliferare e differenziarsi in maniera anomala), riduce il tempo di ricambio dai normali ventotto giorni ai soli due o tre. A causa della drastica riduzione del tempo di migrazione delle cellule epidermiche dallo strato basale alla superficie cutanea, non si verificano i classici eventi di maturazione cellulare e di cheratinizzazione. Infine vi è un aumento del metabolismo e un’accelerata sintesi e degenerazione delle proteine. 

Dal punto di vista psicosomatico

La cute riveste completamente il corpo ricoprendolo tutto, isolandolo e preservandolo dalle aggressioni dell’ambiente esterno. Dal punto di vista simbolico questa sua funzione di mantenere all’interno ciò che è interno e all’esterno ciò che è esterno ci racconta che tutto quello che vuole essere guarito deve essere portato alla luce. Come facciamo a ricordarci chi siamo se nascondiamo a noi stessi come siamo? Susanna Garavaglia nel suo libro “diario di psicosomatica” ci dice che la pelle è il limen, il punto di contatto e di separazione tra il dentro e il fuori, tra la bugia e la verità, tra la paura di essere noi stessi e il coraggio di farlo. Ma è anche la linea di demarcazione tra la nostra potenzialità e la sua manifestazione: essere sulla soglia, infatti, significa non aver ancora abbandonato la vecchia stanza ma non essere ancora entrati in quella nuova. E c’è chi rimane sulla soglia per anni senza avere il coraggio di fare un passo avanti. Le scuse che troviamo con noi stessi sono molteplici e culminano tutte nella famosa litania “sono fatto così, non posso farci niente”. E allora continuiamo a rimanere pigri, paurosi, gelosi, aggressivi, senza osare i passi del cambiamento. 

La pelle ci ricorda che per essere davvero aderenti a noi stessi, alla nostra essenza, dobbiamo crescere nelle nostre potenzialità accogliendo le nostre ombre, perché è da lì che dobbiamo partire per lasciarle andare. Sulla pelle, infatti, si legge il rapporto con la nostra aggressività. Se la riconosciamo e l’accettiamo possiamo trasformarla in virtù ma questo, spesso e volentieri, comporta anche di incontrare ed accettare le nostre paure: se prendiamo coscienza della loro esistenza possiamo trasformarle per lasciarle andare ed affrontare il cammino della nostra guarigione profonda, se invece le neghiamo non facciamo altro che conferirgli più potere di quello che realmente hanno. Tutto quello che ci appartiene chiede di essere espresso e, se lo reprimiamo, trova comunque il modo di manifestarsi… spesso e volentieri però lo fa contro di noi e non più a nostro favore. Una anche piccola paura che ricacciamo indietro, crea il suo nido dentro di noi e lì cresce autoalimentandosi, diventando sempre più grande fino a trasformarsi in un terribile drago. 

Ogni patologia fisica, per la psicosomatica, è alimentata da un drago ben pasciuto a cui abbiamo lasciato mettere le radici nel nostro corpo, nella nostra mente e nelle nostre emozioni. Un drago che ci è compagno sgradito e condizionante fino a che non lo guardiamo negli occhi, fino a che lo rifuggiamo o peggio lo neghiamo. Ma noi non siamo quel drago, ci è soltanto venuto a trovare e, se impariamo a relazionarci con lui in modo costruttivo, ci accorgiamo che è venuto ad insegnarci qualcosa o a ricordarci chi realmente siamo. Ma di cosa si alimenta questo drago? Prima di tutto dell’energia della paura negata e poi della rabbia nei confronti di un problema non risolto: il nostro rapporto con quella paura. Ecco che dalla rabbia all’aggressività il cammino è veloce. Imparare ad esercitare il distacco (non nego l’emozione disturbante bensì la lascio entrare, l’accolgo e come è venuta la lascio uscire) è ciò che ci può orientare verso una direzione costruttiva anziché distruttiva. Stare con le nostre emozioni, anche quelle che più ci incutono paura e benedirle comunque, significa intraprendere il cammino verso la nostra libertà. Troppo spesso temiamo che gli altri non accettino le nostre emozioni e pertanto rifiutino anche noi nella nostra totalità se ci permettiamo di esprimerle. La parola chiave è disidentificarci dalle nostre emozioni; le viviamo, ma non sono la nostra essenza. Paura; rabbia per la paura che, celata, si ingrandisce. Aggressività che, celata, diventa corazza (l’ispessimento tipico della cute in presenza di psoriasi), macchia, prurito, squama di cui liberarsi al più presto, fastidio, imbarazzo, … bisogno inespresso di attaccare o difendersi, ma da chi e da che cosa realmente? Dall’emozione primordiale che ci ha ingenerato paura e che abbiamo tentato di respingere e reprimere in tutti i modi. 

La pelle e le sue “patologie” sono una grande risorsa per ritrovare chi siamo realmente ed imparare ad amarci esattamente per quello che siamo. 

Consigli nutrizionali e stile di vita

La correlazione tra alimentazione (un certo tipo di alimentazione, come quella mediterranea o vegetariana), stile di vita e miglioramento dei sintomi della psoriasi è, ad oggi, forse ancora più un dato empirico che scientifico e tuttavia non è affatto da trascurare. Come si legge nel numero 169-2018 di Natural 1 molti studi hanno dato prova del rapporto tra dieta e controllo della psoriasi, ponendo l’attenzione su singoli nutrienti (olio di pesce, acidi grassi omega 3, vitamine B12, D e A, selenio, inositolo, zinco e antiossidanti) o su gruppi di alimenti (frutta, verdura e pesce), ma ancora pochissimi studi vertono sul ruolo benefico della dieta nel suo insieme. Uno dei primi studi che ha voluto indagare il rapporto tra l’aderenza alla dieta mediterranea (ricca di olio extra vergine di oliva, frutta, verdura, pesce, pollo e cereali integrali) e la gravità della psoriasi in un gruppo di pazienti psoriasici è lo studio di Barrea e Balato (2015) che, seppur con alcune limitazioni legate alla dimensione ridotta del campione e all’utilizzo della sola tecnica della bioimpedenza (un metodo per valutare la composizione corporea) nel calcolare la massa grassa, ha evidenziato un’associazione tra la scarsa aderenza alla dieta  e lo sviluppo della psoriasi. Dunque un approccio dietetico mirato può risultare un grande aiuto nel controllo dei sintomi della psoriasi. Esistono diverse scuole di pensiero con approcci alimentari specifici, ma in linea generale possiamo schematizzare che un regime dietetico come quello che segue può incidere significativamente e positivamente sulla qualità di vita e la remissione dei sintomi di chi è affetto da psoriasi.

Alimenti da ridurre: sale, tutti i cibi ad elevato contenuto di proteine animali ed acido arachidonico (salumi, carni rosse, uova, burro, panna, formaggi stagionati, farine e cereali raffinati, zucchero raffinato, alcolici), caffè, cioccolato, verdure della famiglia delle Solanacee (pomodori, peperoni, soprattutto se crudi, patate, melanzane) e cibi contenenti glutine.

Alimenti da prediligere: carni bianche e pesce, cibi contenenti fermenti lattici e fibre, frutta e verdura. Nello specifico, andrebbero consumati in grandi quantità: asparagi, bietole, broccoli, cavolo cappuccio, carote, sedano, aglio, insalata, cipolle, olive, zucca, scalogno, spinaci, fagiolini, zucchine e crescione. Tra i carboidrati: pasta integrale e cereali in chicchi (riso integrale, orzo, avena, grano saraceno. Tra i grassi: olio extra vergine di oliva, frutta secca (noci, mandorle, nocciole) e alimenti ricchi di acidi grassi polinsaturi come i semi oleaginosi (sesamo, girasole, semi di zucca e semi di lino). Importantissime, inoltre, sono l’idratazione (bere molta acqua) e l’integrazione delle vitamine, in particolare quelle dei gruppi: B, C, D, E ed i carotenoidi.

Infine, per contrastare le riacuzie della psoriasi, risulteranno di aiuto i rimedi in grado di disintossicare l’intestino e il fegato, drenare la pelle, riequilibrare ed armonizzare il sistema nervoso, così come gli esercizi di rilassamento, la respirazione e la visualizzazione creativa.

Consigli dal mondo degli oligoelementi, dei fitoterapici e della floriterapia

Poiché la naturopatia considera l’uomo nella sua inscindibilità ed opera in maniera integrale prendendo in considerazione diversi livelli dell’essere (fisico, emotivo, psichico, energetico ...) col fine di armonizzarne la comunicazione ed il livello di interazione in rapporto sia ai propri bisogni più profondi sia alle richieste dell’ambiente circostante, i consigli terapeutici e le metodiche utilizzate sono sempre adattati alla persona. Per queste ragioni, in un articolo come questo, diventa davvero innaturale e difficile fornire un elenco completo di rimedi come se si stesse preparando un protocollo terapeutico ripetibile ed uguale per tutti. Dunque ciò che segue è solo un’esemplificazione per spiegare i livelli di intervento che, di volta in volta, si possono approcciare coadiuvati da alcuni rimedi utili, ma non certo esaustivi, a cui si può ricorrere per affrontare il dolore ed i disagi provocati dalla psoriasi.

In naturopatia, dal punto di vista fisico, si può agire sia con rimedi sia con tecniche, su almeno quattro livelli intercorrelati: sul sintomo, sul drenaggio, sulla costituzione e sulla comunicazione efficace tra gli elementi costitutivi del corpo.

Rimedi costituzionali

- Oligoelementi diatesici: Mn o Mn-Cu o Mn-Co o Cu-Au-Ag.

La nostra costituzione o terreno, è la pasta di cui siamo fatti e che ci predispone a determinati atteggiamenti e ad eventuali scompensi. Siamo tutti diversi, tuttavia in questa eterogeneità ci sono delle caratteristiche che ci accomunano e che, davanti a specifici stimoli, ci portano ad avere reazioni simili che possono essere racchiuse in macro contenitori. Esistono diverse scuole di pensiero che afferiscono alle costituzioni: personalmente, per lavorare sul terreno, utilizzo spesso l’oligoterapia di Jacques Menetrièr che individua quattro diatesi più una di transizione nelle quali, talvolta, si può scivolare pur non appartenendovi costituzionalmente.

Rimedi drenanti

- Oligoelementi come il Selenio, il Silicio e lo Zolfo (scelti di volta in volta a seconda delle persone e del momento) vanno benissimo per la componente ossidativa e per la nota cronicità della psoriasi, mentre in presenza di sintomatologia dolorosa o di algia reumatica si può aggiungere, sempre nella versione di oligoelemento, il Rame.

- Platano gemme MG: è, innanzitutto, un efficace drenante cutaneo nel caso di quei fenomeni infiammatori acuti o cronici in cui venga fortemente attivato il sistema epidermico ed ipodermico. In queste condizioni agisce come antinfiammatorio connettivale e regolatore dell’attività immunitaria.

- Noce gemme MG: è un fondamentale coadiuvante nel trattamento degli stati infettivi localizzati o sistemici. E’ particolarmente utile nelle disbiosi intestinali correlate a disimmunosi e dismetabolie.

- Ribes nero gemme MG: è un potente antinfiammatorio, depurativo, tonico e vasoprotettore. Poiché stimola la corteccia surrenale a produrre cortisolo è utile in caso di esaurimento surrenalico a causa di stress psico-fisico o ambientale. 

- Fico gemme MG (è la risposta più efficace alla perturbazione dei ritmi viscerali retti dall’asse cortico-diencefalico) e Cisto gemme MG (è il rimedio a cui pensare in presenza di distonie neurovegetative con marcati stati ansiosi, accompagnati da paura e pessimismo), nel caso della psoriasi, possono essere consigliati per mantenere il ritmo del turn-over cellulare e per riequilibrare il sistema nervoso.

Rimedi sintomatici

- Nel caso della psoriasi, più che di rimedi che lavorano sul sintomo, possiamo parlare di piante (solitamente estratte in forma di Tintura Madre -TM-) dal valore antiossidante e che, con più incisività rispetto ai Macerati Glicerinati -MG- , lavorano per disintossicare il fegato e l’intestino, oppure drenano la cute o, ancora, riarmonizzano il sistema nervoso.  Nello specifico si possono citare:

- Viola TM: per le sue proprietà antinfiammatorie, antiossidanti, antiradicaliche, antidiscrasiche e protettive dei tessuti connettivi nelle patologie infiammatorie; Bardana TM: per le sue qualità depurative, diuretiche e drenanti epato-biliari e cutanee ed Elicriso TM: perché riduce la risposta immunitaria in caso di allergie e patologie autoimmuni, soprattutto a livello respiratorio e cutaneo.

Anche gli olii (provenienti da coltivazioni biologiche) possono essere molto utili, questi sì a livello sintomatico e solo topico, in caso di psoriasi. In particolare regalano sollievo se massaggiati delicatamente sulle parti in cui si manifestano i sintomi. Di seguito quelli maggiormente apprezzati:

- Olio di Avocado: è indicato negli stati infiammatori cutanei.

- Olio di Germe di Grano: è indicato nelle manifestazioni dermatologiche a componente ossidativa e radicalica.

- Olio di Tamanu (poiché puro può irritare è consigliabile utilizzarne un 40% da miscelare con altri olii base al 60%): è indicato negli stati infiammatori cutanei inoltre è analgesico oltre che protettivo e stimolante della rigenerazione cutanea. 


Dal punto di vista emozionale i rimedi floriterapici più indicati, possono essere i seguenti:

Fiori di Bach

- Agrimony: riporta armonia e pace; lavora sul tormento, tipico del dolore della psoriasi.

- Beech: apre alla tolleranza e alla compassione, aiuta ad accogliere le proprie paure ed agisce sul fegato come drenante.

- Crab Apple (purezza, disintossicazione fisica, emotiva, psichica e spirituale) e Star of Bethlehem (rielaborazione, integrazione e trasmutazione del dolore): sono sempre utili laddove c’è da drenare, pulire, accogliere, integrare e lasciare andare per trasformare.

- Gentian: fede. Sempre utile in caso di patologie recidivanti. Quando si perde la speranza di poter guarire.

- Pine: amore per se stessi; libera dalle paure e dal senso di colpa che scaturisce dalla rabbia e dall’aggressività trattenute e che si manifestano sottoforma di lesioni nei propri confronti.

La floriterapia esplica la propria azione curativa attraverso il riequilibrio delle emozioni. I rimedi floreali, infatti, stimolando la forza risanatrice intrinseca in ognuno di noi riattivano i circuiti virtuosi atti a trasformare gli atteggiamenti negativi nella loro accezione più positiva e ci portano a vivere la nostra realtà (qualunque sia) con maggior obiettività e serenità. 

N.B. essendo la naturopatia una disciplina che si fonda sulla personalizzazione, appositamente non sono state date indicazioni sul tempo di somministrazione, la posologia e le modalità di assunzione dei rimedi.

La riflessologia plantare

A complemento e completamento di qualsiasi percorso terapeutico sia esso di tipo farmacologico o biologico, le sedute di riflessologia plantare sono un valido e duraturo strumento per ritrovare il proprio benessere. Infatti, la riflessologia plantare, è una metodica antica di riequilibrio inconscio, unitario e profondo dell’organismo che prende il nome dal termine “riflesso” che in medicina viene definito come una risposta che l’organismo dà involontariamente e talvolta anche inconsciamente a stimoli provenienti dall’ambiente che lo circonda o dal suo interno stesso. Il riflesso ha sempre un finalismo e la reazione che scatena è sempre utile all’economia dell’intero organismo. Attraverso la riflessologia plantare, dunque grazie alle informazioni immesse con la stimolazione di punti precisi del piede a cui il corpo risponde in forma riflessa, l’organismo è indotto ad elaborare una serie di accorgimenti che mirano a rafforzare la propria tendenza all’autoconservazione e, di conseguenza, a ristabilire le basi dell’equilibrio fisico, emotivo e psichico indispensabili per il mantenimento dell’omeostasi e per percorrere la strada dell’autoguarigione. Il tocco preciso e delicato al tempo stesso, l’incontro col terapeuta, lo scambio energetico e verbale in un clima di accoglienza e scevro da giudizi così come l’eventuale integrazione di altre tecniche o rimedi, fanno delle sedute di riflessologia plantare un luogo di ritrovo (con se stessi) e di interazione dove il risultato è sempre diverso e sorprendente rispetto alla somma di ogni singolo rimedio, farmaco o consiglio che costituisce la cura.


Utilissime per accrescere nelle nostre potenzialità accogliendo anche le ombre, sono le sessioni di yoga nidra, che aprono una finestra sulle nostre risorse interiori risvegliando consapevolezze ed intuizioni oltre che una rinnovata vitalità e capacità di adattamento e le sedute di reiki, che sostengono e distendono nel profondo restituendo la giusta energia laddove si è verificato un disequilibrio.


N.B. I contenuti dell'articolo hanno il solo scopo di diffondere la conoscenza e in nessun modo si sostituiscono al consulto medico o intendono fornire diagnosi, terapie e prognosi.


Bibliografia consultata:

- “Curarsi con il cibo” - Catia Trevisani - Edizioni Aam Terranuova

- “Diario di Psicosomatica” - Susanna Garavaglia - Edizioni Tecniche Nuove

- “Fiori di Bach per adulti e bambini” - Catia Trevisani - Edizioni Urra

- Rivista “Natural 1” numero n. 169 del 2018 - Editore G&V